E' STATO PUBBLICATO IL TERZO LIBRO DI ANTONIO CASTELLANA EDIZIONI "MIRANDOLA GRAFICA"

" LE MERAVIGLIE DELL'ARTE"

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In copertina è pubblicata l'opera " La città Ideale" di Baltimora.

Oggi l´artista è interprete sensibile del reale e della società in cui vive, che egli, attraverso le sue opere, giudica nel bene o nel male attraverso un linguaggio che sente proprio: pittura, scultura, architettura, ma anche musica. Per prendere in analisi un´opera d´arte è quindi necessario tener conto del periodo storico e del contesto socio-economico nella quale essa è stata creata, e viceversa attraverso di essa si possono comprendere molti aspetti circa il contesto nella quale è stata realizzata. Ogni opera d´arte ha un linguaggio e dei contenuti assolutamente unici, che vanno compresi ed interpretati anche al di là di tesi politiche, sociali ed economiche spesso forzate o costruite a posteriori. Una delle avanguardie storiche a cui più si ispirano gli artisti contemporanei è la Metafisica. Il 1916 è l’anno di nascita ufficiale. De chirico, il suo fondatore, conosce Carrà nell’ospedale militare di Ferrara, dove sono entrambi ricoverati. La città, con il castello estense e le piazze silenziose, suggestiona i due artisti, ispirando le atmosfere oniriche e sospese delle loro opere, popolate da misteriosi manichini e statue che si stagliano in spazi in cui la prospettiva lineare centrica è infranta e si moltiplicano i punti di fuga. La metafisica è intrisa di riferimenti filosofici e letterari e assorbe l’influenza della pittura simbolista, mentre con la sua apertura alla dimensione onirica e all’inconscio anticipa il surrealismo. Tra gli artisti che aderirono al movimento, oltre a  DeChirico vi furono Carlo Carrà, Felice Casorati, Alberto Savinio, Giorgio Morandi, Gino Severini, Mario Sironi, Mario Tozzi. Giorgio de Chirico è forse il più enigmatico esponente dell'arte figurativa del nostro secolo. E' stato sempre un solitario, tuttavia ha esercitato un vivo influsso continuo su molte correnti e su tanti artisti. Anche se non gli è mai interessato influenzare e suggestionare nessuno. Con le sue opere ha contribuito ad affermare tanti momenti dell'arte moderna, anche se egli non la amava, infatti diceva: “Anche coloro che mi amano, in realtà non mi capiscono.” Viveva nei propri sogni, e dipingeva i propri sogni, ovvero la sua realtà, la realtà in cui viveva. Non era un pittore del fantastico, come il fratello. Fu semplicemente attratto dal mondo degli antichi miti, che poi interpretò inserendo in essi sia le geometrie che la luce del mediterraneo. Le sue deserte Piazze d'Italia, con le statue, i coni d'ombra, con l'assenza di persone, con la loro architettura metafisica, sono quanto di più inquietante è stato dipinto nel ventesimo secolo. Ha interpretato tutto il proprio vivere come un arcano: ama l'enigma, il tragico, il mistero: e per i contemporanei e studiosi, tutta la sua lunga vita artistica rimane un enigma come fu lui stesso. Giorgio de Chirico, come tutti gli altri artisti della sua generazione che sono appartenuti all'avanguardia, hanno voluto scoprire nuovi mondi e li hanno interpretati con nuove forme inedite.